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Flavio
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Visite turistiche

Da non perdere nella centralissima Piazza della Repúbblica sul lato est il Palazzo Comunale risalente a 14° secolo con la sua caratteristica torre con l’orologio oggi simboli di Cortona la quale fu eretta nel cinquecento. La torre campanaria fu costruita assieme a l’imponente scala di accesso al palazzo. Sempre nella piazza troviamo il Palazzo del Capitano del Popolo, (il più alto della piazza) splendido edificio adibito a residenza del cardinale Passerini nel XVI secolo. Ci spostiamo nella comunicante Piazza Signorelli, dove risiede il Palazzo Casali (XVI sec), A destra di Palazzo Casali si erge il Teatro Signorelli (XIX secolo), in stile neoclassico, arricchito da un bellissimo loggiato a sette arcate. Nella parte sud est di Cortona troviamo Piazza Garibaldi: dove al suo centro è collocato l’obelisco dedicato a Giuseppe Garibaldi, da qui è si gode di un unico panorama sulla Val di Chiana che arriva a scrutare i bordi dell’Umbria ove si scorge il Lago Trasimeno, Montepulciano e nelle giornate più chiare il monte Amiata.. Fermatevi qui per godere di questo panorama mozzafiato.
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Cortona
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Da non perdere nella centralissima Piazza della Repúbblica sul lato est il Palazzo Comunale risalente a 14° secolo con la sua caratteristica torre con l’orologio oggi simboli di Cortona la quale fu eretta nel cinquecento. La torre campanaria fu costruita assieme a l’imponente scala di accesso al palazzo. Sempre nella piazza troviamo il Palazzo del Capitano del Popolo, (il più alto della piazza) splendido edificio adibito a residenza del cardinale Passerini nel XVI secolo. Ci spostiamo nella comunicante Piazza Signorelli, dove risiede il Palazzo Casali (XVI sec), A destra di Palazzo Casali si erge il Teatro Signorelli (XIX secolo), in stile neoclassico, arricchito da un bellissimo loggiato a sette arcate. Nella parte sud est di Cortona troviamo Piazza Garibaldi: dove al suo centro è collocato l’obelisco dedicato a Giuseppe Garibaldi, da qui è si gode di un unico panorama sulla Val di Chiana che arriva a scrutare i bordi dell’Umbria ove si scorge il Lago Trasimeno, Montepulciano e nelle giornate più chiare il monte Amiata.. Fermatevi qui per godere di questo panorama mozzafiato.
Museo Etrusco Se sei una persona curiosa, questo è il museo che fa per te Le collezioni esposte all'interno di questo museo valgono davvero la pena, sono molto ben organizzate e altrettanto ben rappresentate; ti consiglio di chiedere del tablet che viene fornito gratuitamente e che ti darà informazioni dettagliate sulle statue e sui manufatti anche in inglese. Tempo permettendo, iscriviti al tour con guida delle tombe etrusche (la guida è inclusa nel costo del tour) situate a 2 km di distanza dalle mura cittadine - ricorda, però, che devi pensare da solo al trasporto per arrivare alle tombe, ma una visita all'interno ricompenserà abbondantemente tutti gli sforzi! PS. Non è molto ben pubblicizzata, ma proprio accanto al museo si trova un'altra esposizione in italiano dove potrai ammirare qualche magnifico esempio in 3D delle tombe, per cui se non riesci ad unirti al tour sopra menzionato, potrai almeno avere un'idea di ciò che ti sei perso!
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Chiusi
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Museo Etrusco Se sei una persona curiosa, questo è il museo che fa per te Le collezioni esposte all'interno di questo museo valgono davvero la pena, sono molto ben organizzate e altrettanto ben rappresentate; ti consiglio di chiedere del tablet che viene fornito gratuitamente e che ti darà informazioni dettagliate sulle statue e sui manufatti anche in inglese. Tempo permettendo, iscriviti al tour con guida delle tombe etrusche (la guida è inclusa nel costo del tour) situate a 2 km di distanza dalle mura cittadine - ricorda, però, che devi pensare da solo al trasporto per arrivare alle tombe, ma una visita all'interno ricompenserà abbondantemente tutti gli sforzi! PS. Non è molto ben pubblicizzata, ma proprio accanto al museo si trova un'altra esposizione in italiano dove potrai ammirare qualche magnifico esempio in 3D delle tombe, per cui se non riesci ad unirti al tour sopra menzionato, potrai almeno avere un'idea di ciò che ti sei perso!
Rich in Cultural & Archaeological Treasures The luminous and spacious entrance to Cetona, especially it's main square built in the XVI century by Gian Luigi Vitelli, is a stark contrast to the historic center that rises above with narrow roads and close spaces to form what some have compared to a spiraling cone. Piazza Garibaldi is tiled in travertine and displays a picturesque and suggestive image where the town sagras take place, the spring flower fair is laid out and where the locals gather to chat while the kids race from one corner to the next. The piazza is named after Garibaldi, (probably) because it houses a prestigious palazzo, with a plaque that pretty much declares “Garibaldi and his wife slept here in 1849". There are two churches: ex-Church of Santissima Annunziata, which has lost much of its original architectural structure built in 1588 having been incorporated into the neighboring homes, but its interior is still rich with artwork and 12th century. The Civic museum deals with the history of Monte Cetona ad has been completely renewed in 2014. It documents the various stages of human population in the territory, namely around Cetona starting with the Paleolithic age (50.000 years ago) up until the Bronze age (4000 years ago). The evidence of civilization existing here more than 50,000 years ago, makes this one of the oldest towns in the area, and there are several important archaeological finds displayed at the museum.
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Cetona
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Rich in Cultural & Archaeological Treasures The luminous and spacious entrance to Cetona, especially it's main square built in the XVI century by Gian Luigi Vitelli, is a stark contrast to the historic center that rises above with narrow roads and close spaces to form what some have compared to a spiraling cone. Piazza Garibaldi is tiled in travertine and displays a picturesque and suggestive image where the town sagras take place, the spring flower fair is laid out and where the locals gather to chat while the kids race from one corner to the next. The piazza is named after Garibaldi, (probably) because it houses a prestigious palazzo, with a plaque that pretty much declares “Garibaldi and his wife slept here in 1849". There are two churches: ex-Church of Santissima Annunziata, which has lost much of its original architectural structure built in 1588 having been incorporated into the neighboring homes, but its interior is still rich with artwork and 12th century. The Civic museum deals with the history of Monte Cetona ad has been completely renewed in 2014. It documents the various stages of human population in the territory, namely around Cetona starting with the Paleolithic age (50.000 years ago) up until the Bronze age (4000 years ago). The evidence of civilization existing here more than 50,000 years ago, makes this one of the oldest towns in the area, and there are several important archaeological finds displayed at the museum.
Pienza è un piccolo borgo nel sud della Toscana, nella famosa Val d'Orcia, assolutamente da visitare. Si trova a circa 20 km a est di Montalcino e qualche km ad ovest di Montepulciano nella bellissima regione della Val d'Orcia a sud di Siena, tra soffici e poetiche colline e favolosi panorami. Pienza gode di una posizione davvero strategica arroccata sulla cima ad un colle, che domina tutta la valle dell'Orcia con una vista mozzafiato. Questo incantevole borgo è ampiamente conosciuto come la città "ideale" del Rinascimento, creazione del grande umanista Enea Silvio Piccolomini, diventato poi Papa Pio II. Piccolomini aveva le possibilità economiche e l'influenza per poter trasformare il suo umile villaggio natio, Corsignano, in quella che riteneva dovesse essere una città utopica, che avrebbe dovuto incarnare i principi e la filosofia dell'età classica e del grande Rinascimento italiano. Il progetto venne realizzato dall'architetto Bernardo detto il Rossellino, sotto la guida del grande umanista Leon Battista Alberti. In soli 3 anni venne realizzato un complesso di bellissimi ed armoniosi palazzi: la Cattedrale, la residenza papale o Palazzo Piccolomini, il Comune, e l'incantevole piazza centrale.
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Pienza
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Pienza è un piccolo borgo nel sud della Toscana, nella famosa Val d'Orcia, assolutamente da visitare. Si trova a circa 20 km a est di Montalcino e qualche km ad ovest di Montepulciano nella bellissima regione della Val d'Orcia a sud di Siena, tra soffici e poetiche colline e favolosi panorami. Pienza gode di una posizione davvero strategica arroccata sulla cima ad un colle, che domina tutta la valle dell'Orcia con una vista mozzafiato. Questo incantevole borgo è ampiamente conosciuto come la città "ideale" del Rinascimento, creazione del grande umanista Enea Silvio Piccolomini, diventato poi Papa Pio II. Piccolomini aveva le possibilità economiche e l'influenza per poter trasformare il suo umile villaggio natio, Corsignano, in quella che riteneva dovesse essere una città utopica, che avrebbe dovuto incarnare i principi e la filosofia dell'età classica e del grande Rinascimento italiano. Il progetto venne realizzato dall'architetto Bernardo detto il Rossellino, sotto la guida del grande umanista Leon Battista Alberti. In soli 3 anni venne realizzato un complesso di bellissimi ed armoniosi palazzi: la Cattedrale, la residenza papale o Palazzo Piccolomini, il Comune, e l'incantevole piazza centrale.
Il borgo con la piazza d'acqua Bagno Vignoni, immerso nella Val d'Orcia a pochi chilometri da Siena, è un borgo unico al mondo. La piazza centrale è occupata da una grande vasca medievale, dove l'acqua sgorga dalla sorgente termale e fumiga lentamente, creando un'atmosfera fiabesca che ha stupito i viaggiatori di ogni tempo. Attorno alla vasca si affacciano gli edifici rinascimentali ed il bel loggiato di Santa Caterina da Siena, che conferiscono alla piazza una grande eleganza. Le acque si dirigono verso la vicina rupe, che conserva antichi mulini sotterranei con le loro vasche di accumulo (le ex terme libere), mentre altre acque alimentano gli stabilimenti termali nati nel piccolo borgo. Il tutto è immerso in un paesaggio suggestivo, dove fare una bella passeggiata lungo sentieri segnati. Il Parco dei Mulini L'acqua che sgorga nella grande vasca-piazza si dirige verso una rupe calcarea e precipita verso il fiume, dividendosi in rigagnoli che formano cascatelle e concrezioni molto suggestive, mentre la parete nasconde quattro mulini medievali scavati nella roccia, un'opera di ingegneria idraulica molto complessa ed unica nel suo genere. É questo il Parco dei Mulini, liberamente visitabile grazie ad un percorso che si inoltra in un'isola di macchia mediterranea, dominata da aromatici cespugli di lentisco. I mulini ad acqua di Bagno Vignoni avevano una singolare peculiarità: grazie alla perenne sorgente termale, funzionavano anche in estate, quando gli altri mulini della zona erano fermi a causa dei fiumi in secca. Si ritiene che siano stati realizzati nel XII secolo e restarono in attività fino alla metà degli anni '50, quando iniziò degrado, fino all'acquisizione nel 1999 da parte del Comune di San Quirico d'Orcia. Il percorso di visita, molto facile ed accompagnato da un'esauriente cartellonistica,porta a quattro mulini: i primi due, detti Mulino di Sopra e Mulino Buca, sono interamente scavati nella roccia. Il sottostante Mulino di Mezzo è in parte fuori terra (le stanze delle macine) ed in parte sottoterra (i locali delle ruote). Il Mulino da Piedi è un rudere coperto di rovi. Se abbandoniamo il percorso per inerpicarsi sulla scarpata, il sentiero diventa impegnativo.
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Bagno Vignoni
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Il borgo con la piazza d'acqua Bagno Vignoni, immerso nella Val d'Orcia a pochi chilometri da Siena, è un borgo unico al mondo. La piazza centrale è occupata da una grande vasca medievale, dove l'acqua sgorga dalla sorgente termale e fumiga lentamente, creando un'atmosfera fiabesca che ha stupito i viaggiatori di ogni tempo. Attorno alla vasca si affacciano gli edifici rinascimentali ed il bel loggiato di Santa Caterina da Siena, che conferiscono alla piazza una grande eleganza. Le acque si dirigono verso la vicina rupe, che conserva antichi mulini sotterranei con le loro vasche di accumulo (le ex terme libere), mentre altre acque alimentano gli stabilimenti termali nati nel piccolo borgo. Il tutto è immerso in un paesaggio suggestivo, dove fare una bella passeggiata lungo sentieri segnati. Il Parco dei Mulini L'acqua che sgorga nella grande vasca-piazza si dirige verso una rupe calcarea e precipita verso il fiume, dividendosi in rigagnoli che formano cascatelle e concrezioni molto suggestive, mentre la parete nasconde quattro mulini medievali scavati nella roccia, un'opera di ingegneria idraulica molto complessa ed unica nel suo genere. É questo il Parco dei Mulini, liberamente visitabile grazie ad un percorso che si inoltra in un'isola di macchia mediterranea, dominata da aromatici cespugli di lentisco. I mulini ad acqua di Bagno Vignoni avevano una singolare peculiarità: grazie alla perenne sorgente termale, funzionavano anche in estate, quando gli altri mulini della zona erano fermi a causa dei fiumi in secca. Si ritiene che siano stati realizzati nel XII secolo e restarono in attività fino alla metà degli anni '50, quando iniziò degrado, fino all'acquisizione nel 1999 da parte del Comune di San Quirico d'Orcia. Il percorso di visita, molto facile ed accompagnato da un'esauriente cartellonistica,porta a quattro mulini: i primi due, detti Mulino di Sopra e Mulino Buca, sono interamente scavati nella roccia. Il sottostante Mulino di Mezzo è in parte fuori terra (le stanze delle macine) ed in parte sottoterra (i locali delle ruote). Il Mulino da Piedi è un rudere coperto di rovi. Se abbandoniamo il percorso per inerpicarsi sulla scarpata, il sentiero diventa impegnativo.
Fosso Bianco, le terme libere di Bagni San Filippo In Toscana vi sono molte sorgenti termali di acqua calda, conosciute ed usate sin dai tempi degli Etruschi e dei Romani per scopi curativi. Oggi, le terme sono destinazioni molto popolari e gettonate, con Saturnia al comando della classifica tra i nostri lettori (vi sono, infatti, molte domande postate sul nostro Forum in merito). Se, da una parte, vi consiglio vivamente di andare in Maremma e visitare le terme di Saturnia appena avete del tempo libero, dall'altra vi voglio parlare di un'altra sorgente termale, situata nel sud della Toscana, di cui molti turisti - soprattutto stranieri - sono ancora del tutto ignari (gli abitanti, infatti, stanno cercando di tenerle quanto più segrete possibile): le terme di San Filippo. Le terme di San Filippo sono semplicemente stupende! Potete farvi una prima idea dalle foto: le formazioni calcaree, le cascate e le piccole piscine di acqua calda circondate dalla rigogliosa natura del bosco appena fuori il piccolo paese di Bagni San Filippo in Val d'Orcia sembreranno trasportarvi in un altro mondo. L'aspetto positivo di questa premessa quasi surreale è che il sentiero che corre lungo il fiume permette un facile accesso alle sorgenti termali! Usufruire di queste terme è completamente gratuito! Ecco perchè a noi piace condividere con voi piccoli tesori come questo! L'area è abbastanza grande, ma le prime piscine che si incontrano lungo il sentiero vicino alla strada sono poco profonde, per cui non si mantengono calde a lungo. Proseguendo, invece, lungo il sentiero nel bosco, si raggiungono delle impressionanti formazioni di calcio e delle cascate che si sono guadagnate il soprannome di "Balena Bianca". Qui, l'acqua calda delle sorgenti termali si incontra con quella fredda del fiume, dandole un aspetto bianco-blu che contrasta profondamente con il verde del bosco, creando un contesto davvero affascinante, soprattutto quando le temperature cominciano a farsi più fresche e l'acqua calda viene mitigata dall'aria fresca. Continuando a camminare, si raggiungono le altre piscine che formano il Fosso Bianco, proprio accanto al centro benessere a pagamento, le cui piscine riversano acqua calda in quelle esterne, aumentandone ulteriormente la temperatura. Qui, le piscine dove potersi sedere e rilassarsi sono davvero innumerevoli!
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Bagni San Filippo
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Fosso Bianco, le terme libere di Bagni San Filippo In Toscana vi sono molte sorgenti termali di acqua calda, conosciute ed usate sin dai tempi degli Etruschi e dei Romani per scopi curativi. Oggi, le terme sono destinazioni molto popolari e gettonate, con Saturnia al comando della classifica tra i nostri lettori (vi sono, infatti, molte domande postate sul nostro Forum in merito). Se, da una parte, vi consiglio vivamente di andare in Maremma e visitare le terme di Saturnia appena avete del tempo libero, dall'altra vi voglio parlare di un'altra sorgente termale, situata nel sud della Toscana, di cui molti turisti - soprattutto stranieri - sono ancora del tutto ignari (gli abitanti, infatti, stanno cercando di tenerle quanto più segrete possibile): le terme di San Filippo. Le terme di San Filippo sono semplicemente stupende! Potete farvi una prima idea dalle foto: le formazioni calcaree, le cascate e le piccole piscine di acqua calda circondate dalla rigogliosa natura del bosco appena fuori il piccolo paese di Bagni San Filippo in Val d'Orcia sembreranno trasportarvi in un altro mondo. L'aspetto positivo di questa premessa quasi surreale è che il sentiero che corre lungo il fiume permette un facile accesso alle sorgenti termali! Usufruire di queste terme è completamente gratuito! Ecco perchè a noi piace condividere con voi piccoli tesori come questo! L'area è abbastanza grande, ma le prime piscine che si incontrano lungo il sentiero vicino alla strada sono poco profonde, per cui non si mantengono calde a lungo. Proseguendo, invece, lungo il sentiero nel bosco, si raggiungono delle impressionanti formazioni di calcio e delle cascate che si sono guadagnate il soprannome di "Balena Bianca". Qui, l'acqua calda delle sorgenti termali si incontra con quella fredda del fiume, dandole un aspetto bianco-blu che contrasta profondamente con il verde del bosco, creando un contesto davvero affascinante, soprattutto quando le temperature cominciano a farsi più fresche e l'acqua calda viene mitigata dall'aria fresca. Continuando a camminare, si raggiungono le altre piscine che formano il Fosso Bianco, proprio accanto al centro benessere a pagamento, le cui piscine riversano acqua calda in quelle esterne, aumentandone ulteriormente la temperatura. Qui, le piscine dove potersi sedere e rilassarsi sono davvero innumerevoli!
San Gusmè è un borgo caratteristico toscano situato nel comune di Castelnuovo Berardenga, nell'area del Chianti. Il suo nome deriva da San Cosma, la cui omonima chiesa è ricordata fin dall’anno 867. Nel 1201 era un villaggio non fortificato di modeste dimensioni, intorno al quale ebbe un notevole sviluppo la proprietà dell’abbazia della Berardenga. Nel 1370, a seguito delle scorrerie delle compagnie di ventura, gli abitanti decisero, con l’aiuto di Siena, di fortificarlo con una cinta muraria. Tra il 1477 e il 1479 venne ulteriormente fortificato. San Gusmè rappresenta ancor oggi un esempio di borgo fortificato, di forma grosso modo circolare, delimitato da una cinta muraria ancora in parte esistente. Di tale cinta, il cui tracciato e ben delineato in una planimetria della fine del XVI secolo, si conservano alcuni tratti, con bastioni rettangolari, in buona parte inglobati in edifici a questi addossati. Si conservano le due porte, per quanto rimaneggiate, che davano accesso al castello. La Porta Senese è sormontata da una lapide rettangolare in marmo con la balzana di Siena tra due foglie. Al 1939 risale la realizzazione di una terza porta, Porta Nuova, che si apre a fianco della chiesa dei Santi Cosma e Damiano. All’interno del borgo sono collocate le chiese dei Santi Cosma e Damiano e della SS. Annunziata.
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San Gusmè
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San Gusmè è un borgo caratteristico toscano situato nel comune di Castelnuovo Berardenga, nell'area del Chianti. Il suo nome deriva da San Cosma, la cui omonima chiesa è ricordata fin dall’anno 867. Nel 1201 era un villaggio non fortificato di modeste dimensioni, intorno al quale ebbe un notevole sviluppo la proprietà dell’abbazia della Berardenga. Nel 1370, a seguito delle scorrerie delle compagnie di ventura, gli abitanti decisero, con l’aiuto di Siena, di fortificarlo con una cinta muraria. Tra il 1477 e il 1479 venne ulteriormente fortificato. San Gusmè rappresenta ancor oggi un esempio di borgo fortificato, di forma grosso modo circolare, delimitato da una cinta muraria ancora in parte esistente. Di tale cinta, il cui tracciato e ben delineato in una planimetria della fine del XVI secolo, si conservano alcuni tratti, con bastioni rettangolari, in buona parte inglobati in edifici a questi addossati. Si conservano le due porte, per quanto rimaneggiate, che davano accesso al castello. La Porta Senese è sormontata da una lapide rettangolare in marmo con la balzana di Siena tra due foglie. Al 1939 risale la realizzazione di una terza porta, Porta Nuova, che si apre a fianco della chiesa dei Santi Cosma e Damiano. All’interno del borgo sono collocate le chiese dei Santi Cosma e Damiano e della SS. Annunziata.
Trequanda è un delizioso borgo della caratteristica campagna senese, arroccato su uno dei fascinosi poggi della Val di Chiana. Un tempo l’abitato era protetto da possenti mura, oggi ad avvolgerlo sono le atmosfere autentiche che questa parte di Toscana riesce a regalare. Per conoscerne il cuore vi si accede a passo felpato da una delle due porte della cinta muraria che si sono conservate: la Porta al Sole, che si affaccia sui campi sconfinati, e la Porta al Leccio, che si apre verso i boschi del Lecceto. Nel paese si incontra presto il maestoso Castello della famiglia dei Cacciaconti, con l’alta torre in pietra bianca e le mura merlate. All’interno della fortificazione vi sono un magico giardino all’italiana e un’ariosa corte. Nel centro storico, in piazza Garibaldi, si affaccia la chiesa romanica dei Santi Pietro ed Andrea, con la sua particolare facciata, al cui interno è conservata un’urna istoriata del Cinquecento, di scuola senese, adibita a conservare le spoglie della Beata Bonizzella Cacciaconti. Non lontano dal centro è presente, inoltre, una singolare costruzione, detta Torre del Molino a Vento, che è un colombaio che risale a fine Settecento. All’interno si osservano circa cinquecento nidi di terracotta disposti a scacchiera che erano destinati ad accogliere i colombi.
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Trequanda
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Trequanda è un delizioso borgo della caratteristica campagna senese, arroccato su uno dei fascinosi poggi della Val di Chiana. Un tempo l’abitato era protetto da possenti mura, oggi ad avvolgerlo sono le atmosfere autentiche che questa parte di Toscana riesce a regalare. Per conoscerne il cuore vi si accede a passo felpato da una delle due porte della cinta muraria che si sono conservate: la Porta al Sole, che si affaccia sui campi sconfinati, e la Porta al Leccio, che si apre verso i boschi del Lecceto. Nel paese si incontra presto il maestoso Castello della famiglia dei Cacciaconti, con l’alta torre in pietra bianca e le mura merlate. All’interno della fortificazione vi sono un magico giardino all’italiana e un’ariosa corte. Nel centro storico, in piazza Garibaldi, si affaccia la chiesa romanica dei Santi Pietro ed Andrea, con la sua particolare facciata, al cui interno è conservata un’urna istoriata del Cinquecento, di scuola senese, adibita a conservare le spoglie della Beata Bonizzella Cacciaconti. Non lontano dal centro è presente, inoltre, una singolare costruzione, detta Torre del Molino a Vento, che è un colombaio che risale a fine Settecento. All’interno si osservano circa cinquecento nidi di terracotta disposti a scacchiera che erano destinati ad accogliere i colombi.
Sui colli dipinti della Val d’Orcia siede la trecentesca Montalcino, città medievale che rivela subito al visitatore il suo antico impianto militare, solcata com’è da strade strette e ripide. Ma una volta arrivati in cima…che panorami! Per qualcuno valgono i capolavori conservati nel Museo Civico Diocesano d’Arte Sacra, che ospita una delle più ricche collezioni di pittura e scultura lignea di scuola senese. Fra le chiese sono notevoli quella trecentesca di Sant’Agostino, la Cattedrale neoclassica, il Santuario della Madonna del Soccorso e Sant’Egidio - la chiesa “de’ senesi”. Singolare poi il Palazzo Comunale (della fine del XIII° sec.), la cui esile struttura è affiancata da un alto campanile che svetta quasi come una torre di vedetta, e che è sormontato dal “Campanone”, i cui rintocchi scandiscono ancor oggi la vita di tutta Montalcino. Una volta qui vale naturalmente la pena di esplorare le bellissime campagne circostanti, verso Castelnuovo dell’Abate sorge solitaria la splendida Abbazia di Sant’Antimo, una monumentale struttura del XII° sec. che è uno dei più alti esempi di romanico-francese presenti in Italia. Il territorio che circonda Montalcino è caratterizzato da un fitto manto boschivo inframmezzato dalle tradizionali coltivazioni di viti e olivi, su declivi lungo cui lo sguardo corre per quelle mirabili teorie di colli che hanno contribuito a imprimere la Val d’Orcia nell’immaginario collettivo. È proprio grazie a queste splendide vedute che Montalcino, insieme a tutta la valle, è stata riconosciuta nel 2004 tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità. Montalcino è inoltre famosa per la pregiata produzione vinicola, a cominciare da quella notissima del Brunello. Oltre al vino gli squisiti frutti della campagna moltancinese comprendono miele, olio extravergine di oliva, salumi e formaggi da gustare in uno dei tanti caratteristici ristoranti ed enoteche del territorio. Un momento perfetto per entrare in contatto con l’autenticità dei sapori locali è l’ultima domenica di ottobre, in occasione della caratteristica “Sagra del Tordo”, occasione in cui il viaggiatore potrà rivivere la cultura locale attraverso la rievocazione di antiche tradizioni.
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Montalcino
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Sui colli dipinti della Val d’Orcia siede la trecentesca Montalcino, città medievale che rivela subito al visitatore il suo antico impianto militare, solcata com’è da strade strette e ripide. Ma una volta arrivati in cima…che panorami! Per qualcuno valgono i capolavori conservati nel Museo Civico Diocesano d’Arte Sacra, che ospita una delle più ricche collezioni di pittura e scultura lignea di scuola senese. Fra le chiese sono notevoli quella trecentesca di Sant’Agostino, la Cattedrale neoclassica, il Santuario della Madonna del Soccorso e Sant’Egidio - la chiesa “de’ senesi”. Singolare poi il Palazzo Comunale (della fine del XIII° sec.), la cui esile struttura è affiancata da un alto campanile che svetta quasi come una torre di vedetta, e che è sormontato dal “Campanone”, i cui rintocchi scandiscono ancor oggi la vita di tutta Montalcino. Una volta qui vale naturalmente la pena di esplorare le bellissime campagne circostanti, verso Castelnuovo dell’Abate sorge solitaria la splendida Abbazia di Sant’Antimo, una monumentale struttura del XII° sec. che è uno dei più alti esempi di romanico-francese presenti in Italia. Il territorio che circonda Montalcino è caratterizzato da un fitto manto boschivo inframmezzato dalle tradizionali coltivazioni di viti e olivi, su declivi lungo cui lo sguardo corre per quelle mirabili teorie di colli che hanno contribuito a imprimere la Val d’Orcia nell’immaginario collettivo. È proprio grazie a queste splendide vedute che Montalcino, insieme a tutta la valle, è stata riconosciuta nel 2004 tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità. Montalcino è inoltre famosa per la pregiata produzione vinicola, a cominciare da quella notissima del Brunello. Oltre al vino gli squisiti frutti della campagna moltancinese comprendono miele, olio extravergine di oliva, salumi e formaggi da gustare in uno dei tanti caratteristici ristoranti ed enoteche del territorio. Un momento perfetto per entrare in contatto con l’autenticità dei sapori locali è l’ultima domenica di ottobre, in occasione della caratteristica “Sagra del Tordo”, occasione in cui il viaggiatore potrà rivivere la cultura locale attraverso la rievocazione di antiche tradizioni.
Siena, situata nel cuore della Toscana e circondata da colline, è una delle città medievali più belle d' Italia. Fulcro della città è la famosa Piazza del Campo, dalla particolare forma a conchiglia, nella quale si tiene il celebre Palio, uno degli appuntamenti più importanti per tutti i senesi. Il Palio di Siena è un' appassionata corsa di cavalli che si svolge ogni anno, in Luglio ed Agosto e le sue origini sembrano risalire addiruttura al Seicento. Siena secondo la leggenda fu fondata da Senio, figlio di Remo, ed in città si trovano diverse statue raffiguranti i mitici Romolo e Remo allattati dalla lupa. Piazza del Campo è il nucleo centrale di Siena fin dal tempo dei Romani, che qui avevano il loro Foro. La piazza fu ripavimentata durante il Governo dei Nove, un gruppo semi-democratico al potere tra il 1287 ed il 1355, con una suddivisione in nove sezioni in memoria del Governo e simboleggia il mantello della Madonna che protegge la città. Il Campo è dominata dal rosso Palazzo Pubblico e dalla sua torre, chiamata Torre del Mangia. Il Palazzo Pubblico, così come il Duomo di Siena, fu costruito durante il Governo dei Nove, che fu il periodo di massimo splendore economico e culturale di Siena. Il Palazzo ancora oggi ospita gli uffici del Comune, analogamente a Palazzo Vecchio a Firenze. Dal cortile interno al Palazzo si accede al Museo Civico ed alla Torre del Mangia, in cima alla quale, saliti i 500 gradini, si gode di una splendida vista sulla città. Nel Museo Civico sono conservati alcuni dei più bei dipinti di scuola senese. La Sala del Concistoro offre uno dei più bei lavori di Domenico Beccafumi, che ne affrescò i soffitti dipingendo il Ciclo delle virtù pubbliche. Nella Sala del Mappamonto e nella Sala della Pace (o Sala dei Nove) poi vi sono dei veri capolavori: la grande Maestà e il ritratto equestre di Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi di Simone Martini e le Allegorie del Buon e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, considerato uno dei maggiori cicli pittorici del Medioevo.
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Siena
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Siena, situata nel cuore della Toscana e circondata da colline, è una delle città medievali più belle d' Italia. Fulcro della città è la famosa Piazza del Campo, dalla particolare forma a conchiglia, nella quale si tiene il celebre Palio, uno degli appuntamenti più importanti per tutti i senesi. Il Palio di Siena è un' appassionata corsa di cavalli che si svolge ogni anno, in Luglio ed Agosto e le sue origini sembrano risalire addiruttura al Seicento. Siena secondo la leggenda fu fondata da Senio, figlio di Remo, ed in città si trovano diverse statue raffiguranti i mitici Romolo e Remo allattati dalla lupa. Piazza del Campo è il nucleo centrale di Siena fin dal tempo dei Romani, che qui avevano il loro Foro. La piazza fu ripavimentata durante il Governo dei Nove, un gruppo semi-democratico al potere tra il 1287 ed il 1355, con una suddivisione in nove sezioni in memoria del Governo e simboleggia il mantello della Madonna che protegge la città. Il Campo è dominata dal rosso Palazzo Pubblico e dalla sua torre, chiamata Torre del Mangia. Il Palazzo Pubblico, così come il Duomo di Siena, fu costruito durante il Governo dei Nove, che fu il periodo di massimo splendore economico e culturale di Siena. Il Palazzo ancora oggi ospita gli uffici del Comune, analogamente a Palazzo Vecchio a Firenze. Dal cortile interno al Palazzo si accede al Museo Civico ed alla Torre del Mangia, in cima alla quale, saliti i 500 gradini, si gode di una splendida vista sulla città. Nel Museo Civico sono conservati alcuni dei più bei dipinti di scuola senese. La Sala del Concistoro offre uno dei più bei lavori di Domenico Beccafumi, che ne affrescò i soffitti dipingendo il Ciclo delle virtù pubbliche. Nella Sala del Mappamonto e nella Sala della Pace (o Sala dei Nove) poi vi sono dei veri capolavori: la grande Maestà e il ritratto equestre di Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi di Simone Martini e le Allegorie del Buon e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, considerato uno dei maggiori cicli pittorici del Medioevo.
Situata su un promontorio affacciato sul lago Trasimeno, Castiglione del Lago è uno dei più bei borghi del comprensorio del Lago Trasimeno. Scopri cosa vedere a Castiglione del Lago in un giorno per non perderti il meglio con la nostra miniguida! Il borgo di Castiglione del Lago, uno dei più importanti centri turistici del Trasimeno che comprende anche l'Isola Polvese, deve la sua impronta medievale ai signori della Corgna, divenuti padroni del lago nel Cinquecento. Cosa vedere a Castiglione del Lago in un giorno? Vi consigliamo di inziare il vostro itinerario dal Palazzo Ducale, anche detto Palazzo della Corgna poichè la sua costruzione avvenne nel 1563 per volere diAscanio della Corgna. Il palazzo, che fu concepito inizialmente come una piccola reggia e ospitò illustri personaggi come Niccolo’ Macchiavelli e Leonardo da Vinci, è attualmente sede del Comune. Molto belle le Sale interne decorate e affrescate da Pomarancio; tra queste spicca la Sala delle Gesta di Ascanio della Corgna, le cui residenza e studio si trovano al primo piano. La Rocca e il Castello del Leone sono collegati al Palazzo della Corgna attraverso un lungo e suggestivo passaggio, formando con esso un complesso dal carattere tipicamente feudale. Realizzato nel 1247 per volere di Federico II di Svevia il Castello del Leone, deve il suo nome alla forma pentagonale, ispirata alla costellazione del Leone, che domina dall'alto il Trasimeno, in uno dei suoi scorci più belli. Nella nostra guida su cosa vedere a Castiglione del Lago in un giorno vi segnaliamo anche la Chiesa di San Domenico di Guzman del 1640, che ospita le tombe di membri della famiglia della Corgna; notevole il soffitto ligneo a cassettoni, del sec. XVIII.
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Castiglione Del Lago
9 Viale Trappes
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Situata su un promontorio affacciato sul lago Trasimeno, Castiglione del Lago è uno dei più bei borghi del comprensorio del Lago Trasimeno. Scopri cosa vedere a Castiglione del Lago in un giorno per non perderti il meglio con la nostra miniguida! Il borgo di Castiglione del Lago, uno dei più importanti centri turistici del Trasimeno che comprende anche l'Isola Polvese, deve la sua impronta medievale ai signori della Corgna, divenuti padroni del lago nel Cinquecento. Cosa vedere a Castiglione del Lago in un giorno? Vi consigliamo di inziare il vostro itinerario dal Palazzo Ducale, anche detto Palazzo della Corgna poichè la sua costruzione avvenne nel 1563 per volere diAscanio della Corgna. Il palazzo, che fu concepito inizialmente come una piccola reggia e ospitò illustri personaggi come Niccolo’ Macchiavelli e Leonardo da Vinci, è attualmente sede del Comune. Molto belle le Sale interne decorate e affrescate da Pomarancio; tra queste spicca la Sala delle Gesta di Ascanio della Corgna, le cui residenza e studio si trovano al primo piano. La Rocca e il Castello del Leone sono collegati al Palazzo della Corgna attraverso un lungo e suggestivo passaggio, formando con esso un complesso dal carattere tipicamente feudale. Realizzato nel 1247 per volere di Federico II di Svevia il Castello del Leone, deve il suo nome alla forma pentagonale, ispirata alla costellazione del Leone, che domina dall'alto il Trasimeno, in uno dei suoi scorci più belli. Nella nostra guida su cosa vedere a Castiglione del Lago in un giorno vi segnaliamo anche la Chiesa di San Domenico di Guzman del 1640, che ospita le tombe di membri della famiglia della Corgna; notevole il soffitto ligneo a cassettoni, del sec. XVIII.
Suggestiva cittadina medievale, adagiata su una collina a forma di altopiano tra i fiumi Nestore e Chiani, Città della Pieve domina la Valdichiana ed il Lago Trasimeno. Protetti dalla torre civica e circondate dalle rosse mura erette all'inizio del XII secolo per proteggersi dai nemici, sorgono numerosi edifici civili e religiosi. Il più antico è certamente la Rocca: un bellissimo esempio di architettura medievale voluta dalla città di Perugia alla metà del '300 quando conquistò Città della Pieve. Questa aveva la funzione di fortilizio per difendere la guarnigione perugina lì insediata e per poter osservare da vicino la città sottomessa. Inoltre, le 5 torri di avvistamento, di cui oggi se no conservano solo 2, permettevano di comunicare con Perugia tramite specchi e fuochi in caso di emergenza. Sulla facciata della Rocca è possibile bere dalla fontana comunale che riporta la celebre frase sibillina Sic Vos, non Vobis. § La Chiesa di Santa Maria dei Bianchi Già oratorio dei Disciplinati, questa chiesa conserva uno dei maggiori capolavori di Pietro Vannucci detto "il Perugino", l’affresco raffigurante "L'adorazione dei Magi". La chiesa è parte del Circuito Museale aperto cittadino, di cui fanno parte anche la cattedrale, il palazzo della Corgna, il Museo Civico Diocesano di Santa Maria dei Servi, la chiesa di San Pietro e l'oratorio di San Bartolomeo. § Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio Costruita nell’VIII secolo d.C., la cattedrale venne ricostruita in stile gotico nel XIII secolo ma subì continue e numerose trasformazioni, fino a diventare prima Collegiata e infine Cattedrale nel 1600. La facciata presenta due materiali costruttivi, la pietra arenaria e il laterizio, che indicano diverse fasi d’intervento. L’interno è costituito da un’unica navata a croce latina in cui sono custodite numerose opere attribuite a grandi artisti quali Ubertis, Tedesco, Alfani, Savieni e lo stesso Perugino. Nel 1738 venne accostato alla chiesa un elegante campanile. § Palazzo della Corgna E' la più importante tra le dimore signorili di Città della Pieve e deve la sua edificazione alla volontà di Ascanio della Corgna di dare lustro al Governatorato. Edificato al centro del paese, di fronte alla Cattedrale, l’edificio rispecchia le fortune politiche ed economiche legate alla famiglia. I lavori di costruzione del palazzo iniziarono intorno agli anni cinquanta - sessanta del XVI secolo diretti dall’architetto perugino Galeazzo Alessi. All'interno del palazzo ha sede la biblioteca comunale Francesco Melosio.
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Città della Pieve
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Suggestiva cittadina medievale, adagiata su una collina a forma di altopiano tra i fiumi Nestore e Chiani, Città della Pieve domina la Valdichiana ed il Lago Trasimeno. Protetti dalla torre civica e circondate dalle rosse mura erette all'inizio del XII secolo per proteggersi dai nemici, sorgono numerosi edifici civili e religiosi. Il più antico è certamente la Rocca: un bellissimo esempio di architettura medievale voluta dalla città di Perugia alla metà del '300 quando conquistò Città della Pieve. Questa aveva la funzione di fortilizio per difendere la guarnigione perugina lì insediata e per poter osservare da vicino la città sottomessa. Inoltre, le 5 torri di avvistamento, di cui oggi se no conservano solo 2, permettevano di comunicare con Perugia tramite specchi e fuochi in caso di emergenza. Sulla facciata della Rocca è possibile bere dalla fontana comunale che riporta la celebre frase sibillina Sic Vos, non Vobis. § La Chiesa di Santa Maria dei Bianchi Già oratorio dei Disciplinati, questa chiesa conserva uno dei maggiori capolavori di Pietro Vannucci detto "il Perugino", l’affresco raffigurante "L'adorazione dei Magi". La chiesa è parte del Circuito Museale aperto cittadino, di cui fanno parte anche la cattedrale, il palazzo della Corgna, il Museo Civico Diocesano di Santa Maria dei Servi, la chiesa di San Pietro e l'oratorio di San Bartolomeo. § Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio Costruita nell’VIII secolo d.C., la cattedrale venne ricostruita in stile gotico nel XIII secolo ma subì continue e numerose trasformazioni, fino a diventare prima Collegiata e infine Cattedrale nel 1600. La facciata presenta due materiali costruttivi, la pietra arenaria e il laterizio, che indicano diverse fasi d’intervento. L’interno è costituito da un’unica navata a croce latina in cui sono custodite numerose opere attribuite a grandi artisti quali Ubertis, Tedesco, Alfani, Savieni e lo stesso Perugino. Nel 1738 venne accostato alla chiesa un elegante campanile. § Palazzo della Corgna E' la più importante tra le dimore signorili di Città della Pieve e deve la sua edificazione alla volontà di Ascanio della Corgna di dare lustro al Governatorato. Edificato al centro del paese, di fronte alla Cattedrale, l’edificio rispecchia le fortune politiche ed economiche legate alla famiglia. I lavori di costruzione del palazzo iniziarono intorno agli anni cinquanta - sessanta del XVI secolo diretti dall’architetto perugino Galeazzo Alessi. All'interno del palazzo ha sede la biblioteca comunale Francesco Melosio.
Storico e pittoresco paese in Provincia di Perugia, abbarbicato in cima ad una Collina a 441 m s.l.m. deve il suo aspetto alle origini medioevali di cui ancora oggi ne conserva tutte le caratteristiche strutturali e architettoniche. La pianta del paese a cerchi concentrici ci rappresenta uno dei sistemi più avanzati di difesa militare a livelli successivi tipica dell'epoca medioevale. Infatti questo tipo di struttura difensiva consentì al castello di Panicale di resistere ai numerosi assedi a cui fu sottoposto. Panicale fa parte dei "Borghi più belli d'Italia" ed è stato insignito della "Bandiera Arancione"
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Panicale
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Storico e pittoresco paese in Provincia di Perugia, abbarbicato in cima ad una Collina a 441 m s.l.m. deve il suo aspetto alle origini medioevali di cui ancora oggi ne conserva tutte le caratteristiche strutturali e architettoniche. La pianta del paese a cerchi concentrici ci rappresenta uno dei sistemi più avanzati di difesa militare a livelli successivi tipica dell'epoca medioevale. Infatti questo tipo di struttura difensiva consentì al castello di Panicale di resistere ai numerosi assedi a cui fu sottoposto. Panicale fa parte dei "Borghi più belli d'Italia" ed è stato insignito della "Bandiera Arancione"
Perugia è un piccolo gioiello che si dischiude pian piano davanti agli occhi dei visitatori. La cittadina umbra custodisce tesori artistici e monumentali che ne testimoniano il ricco passato e rendono giustizia al primato culturale del nostro Paese. Anche se conserva l’aspetto e il ritmo di vita di un piccolo borgo medievale fortificato, Perugia ha una vita cittadina molto intensa, legata soprattutto alla presenze di una delle più antiche Università degli Studi della Penisola (fondata nel 1308), oltre che della maggiore Università per stranieri d’Italia. Non è quindi una città museo, piena di turisti di giorno e vuota di notte, ma un posto a cui dedicare qualcosa in più di una visita mordi e fuggi dedicata ai monumenti più importanti. Dalla Galleria Nazionale al Pozzo Etrusco, dall’Oratorio di San Bernardino al Corso Vannucci, qui di seguito vi proponiamo le 10 cose da fare e da vedere assolutamente durante una visita a Perugia. Il resto è una sorpresa che scoprirete da soli.
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Perugia
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Perugia è un piccolo gioiello che si dischiude pian piano davanti agli occhi dei visitatori. La cittadina umbra custodisce tesori artistici e monumentali che ne testimoniano il ricco passato e rendono giustizia al primato culturale del nostro Paese. Anche se conserva l’aspetto e il ritmo di vita di un piccolo borgo medievale fortificato, Perugia ha una vita cittadina molto intensa, legata soprattutto alla presenze di una delle più antiche Università degli Studi della Penisola (fondata nel 1308), oltre che della maggiore Università per stranieri d’Italia. Non è quindi una città museo, piena di turisti di giorno e vuota di notte, ma un posto a cui dedicare qualcosa in più di una visita mordi e fuggi dedicata ai monumenti più importanti. Dalla Galleria Nazionale al Pozzo Etrusco, dall’Oratorio di San Bernardino al Corso Vannucci, qui di seguito vi proponiamo le 10 cose da fare e da vedere assolutamente durante una visita a Perugia. Il resto è una sorpresa che scoprirete da soli.
“Assisi è una gran bella cosa, paese, città e santuario”, scriveva Giosuè Carducci. Paese, perché ha tutte le caratteristiche del borgo umbro: arroccato in cima a una collina che guarda sulla valle, piccolo, composto, uguale nei secoli. Città, perché Assisi ha svolto un ruolo fondamentale nella storia del mondo: da qui è partito San Francesco per cambiare (o almeno provare) la chiesa. Santuario, perché del passaggio di San Francesco e Santa Chiara restano chiese piccole e grandi, luoghi miracolosi, cripte che attirano ogni anno migliaia di fedeli. Oltre ai luoghi religiosi in cui hanno lasciato i loro capolavori Giotto e Simone Martini, Assisi ha una bella Rocca, una ricca Pinacoteca Civica, uno straordinario Tempio della Minerva e una scenografica Piazza del Comune. Poi siamo in Umbria, quindi c’è una grande tradizione di ospitalità,e una gastronomia con prodotti di eccellenza. ci sembrano motivi sufficienti per pensare ad una visita nella cittadina umbra. La vostra scoperta può partire dalle 10 cose da fare e vedere ad Assisi che trovate in questa pagina.
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Assisi
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“Assisi è una gran bella cosa, paese, città e santuario”, scriveva Giosuè Carducci. Paese, perché ha tutte le caratteristiche del borgo umbro: arroccato in cima a una collina che guarda sulla valle, piccolo, composto, uguale nei secoli. Città, perché Assisi ha svolto un ruolo fondamentale nella storia del mondo: da qui è partito San Francesco per cambiare (o almeno provare) la chiesa. Santuario, perché del passaggio di San Francesco e Santa Chiara restano chiese piccole e grandi, luoghi miracolosi, cripte che attirano ogni anno migliaia di fedeli. Oltre ai luoghi religiosi in cui hanno lasciato i loro capolavori Giotto e Simone Martini, Assisi ha una bella Rocca, una ricca Pinacoteca Civica, uno straordinario Tempio della Minerva e una scenografica Piazza del Comune. Poi siamo in Umbria, quindi c’è una grande tradizione di ospitalità,e una gastronomia con prodotti di eccellenza. ci sembrano motivi sufficienti per pensare ad una visita nella cittadina umbra. La vostra scoperta può partire dalle 10 cose da fare e vedere ad Assisi che trovate in questa pagina.
Con una definizione molto suggestiva Orvieto è stata definita “la città alta e strana“. È facile capire perché, osservando dal basso la cittadina umbra in piedi sopra la rupe di tufo sottostante. Da lontano, soprattutto di notte, sembra sospesa nel cielo mentre di giorno, appare appena appoggiata alle nuvole. Piccolo scrigno di arte, è famosa nel mondo soprattutto per il Duomo, meraviglia dell’architettura gotica europea e il Pozzo di San Patrizio, capolavoro di ingegneria idraulica. Piccola, ordinata, accogliente, Orvieto è una meta imperdibile durante un tour in Umbria ma merita anche un intero fine settimana per godersi in tranquillità anche la Cappella di San Brizio, il Museo del Duomo, la millenaria Città sotterranea e l’eccellente gastronomia.
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Orvieto
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Con una definizione molto suggestiva Orvieto è stata definita “la città alta e strana“. È facile capire perché, osservando dal basso la cittadina umbra in piedi sopra la rupe di tufo sottostante. Da lontano, soprattutto di notte, sembra sospesa nel cielo mentre di giorno, appare appena appoggiata alle nuvole. Piccolo scrigno di arte, è famosa nel mondo soprattutto per il Duomo, meraviglia dell’architettura gotica europea e il Pozzo di San Patrizio, capolavoro di ingegneria idraulica. Piccola, ordinata, accogliente, Orvieto è una meta imperdibile durante un tour in Umbria ma merita anche un intero fine settimana per godersi in tranquillità anche la Cappella di San Brizio, il Museo del Duomo, la millenaria Città sotterranea e l’eccellente gastronomia.
Forse non tutti sanno che Arezzo è una città antichissima, più vecchia di Alessandria d’Egitto! Per conoscerla vale una pena parlare un po’ del suo passato. Arezzo fu una delle maggiori lucumonie etrusche e divenne, in seguito, un centro romano d'importanza strategica, fulcro di fiorenti attività economiche e ricco di monumenti - fra cui l'Anfiteatro (di cui rimangono importanti resti). A quel tempo erano rinomate le sue fonderie e le fabbriche artistiche di vasi “corallini” (dipinti di rosso), la cui tecnica di decorazione si diffuse in tutto il mondo romano. Nel Medioevo Arezzo fu un comune libero in cui prevalse la parte ghibellina, e visse in storica contrapposizione con la non troppo lontana Firenze. Dopo la rotta di Campaldino del 1289 l’indipendenza della città finì e, nonostante una certa ripresa economica al periodo dei Tarlati, Arezzo divenne un dominio fiorentino sin dal 1384, entrando così a far parte del granducato mediceo. Conoscere Arezzo significa scoprire un territorio in grado di offrire un patrimonio naturalistico e artistico molto vasto in un’area straordinariamente concentrata. Gli affreschi di Piero della Francesca nel Duomo valgono da soli la visita della città. Ma una volta arrivati come non stupirsi nel cuore del borgo medievale, che racconta con eleganza le grandi stagioni dell’arte e dell’architettura aretina. Accanto alle torri medievali si erge l'imponente Loggiato Vasariano (per alcuni prova generale e modello di quello poi realizzato dall'artista aretino per gli Uffizi), poi il Palazzo della Fraternita dei Laici, sintesi di architettura gotica e rinascimentale, quindi l'abside della Pieve di Santa Maria. Se entrate nella Basilica di San Domenico ricordate che vi si conserva una croce dipinta di Cimabue. Arezzo è una città in cui vibrano antiche tradizioni, un modo per viverle può essere visitarla durante il penultimo sabato di giugno o la prima domenica di settembre, quando Piazza Grande diventa lo scenario della Giostra del Saracino, un torneo cavalleresco di origini medievali. Più frequente è l’appuntamento mensile che vede accendersi la stessa piazza, insieme a gran parte del centro storico, ogni primo week end del mese grazie alla Fiera antiquaria. Un vasto mercato di oggetti spesso sorprendenti in cui armarsi di pazienza e praticare la fine disciplina della trattativa: mercanteggiare il prezzo è un’arte per i "bancherellai" aretini e bisogna adeguarsi.
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Arezzo
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Forse non tutti sanno che Arezzo è una città antichissima, più vecchia di Alessandria d’Egitto! Per conoscerla vale una pena parlare un po’ del suo passato. Arezzo fu una delle maggiori lucumonie etrusche e divenne, in seguito, un centro romano d'importanza strategica, fulcro di fiorenti attività economiche e ricco di monumenti - fra cui l'Anfiteatro (di cui rimangono importanti resti). A quel tempo erano rinomate le sue fonderie e le fabbriche artistiche di vasi “corallini” (dipinti di rosso), la cui tecnica di decorazione si diffuse in tutto il mondo romano. Nel Medioevo Arezzo fu un comune libero in cui prevalse la parte ghibellina, e visse in storica contrapposizione con la non troppo lontana Firenze. Dopo la rotta di Campaldino del 1289 l’indipendenza della città finì e, nonostante una certa ripresa economica al periodo dei Tarlati, Arezzo divenne un dominio fiorentino sin dal 1384, entrando così a far parte del granducato mediceo. Conoscere Arezzo significa scoprire un territorio in grado di offrire un patrimonio naturalistico e artistico molto vasto in un’area straordinariamente concentrata. Gli affreschi di Piero della Francesca nel Duomo valgono da soli la visita della città. Ma una volta arrivati come non stupirsi nel cuore del borgo medievale, che racconta con eleganza le grandi stagioni dell’arte e dell’architettura aretina. Accanto alle torri medievali si erge l'imponente Loggiato Vasariano (per alcuni prova generale e modello di quello poi realizzato dall'artista aretino per gli Uffizi), poi il Palazzo della Fraternita dei Laici, sintesi di architettura gotica e rinascimentale, quindi l'abside della Pieve di Santa Maria. Se entrate nella Basilica di San Domenico ricordate che vi si conserva una croce dipinta di Cimabue. Arezzo è una città in cui vibrano antiche tradizioni, un modo per viverle può essere visitarla durante il penultimo sabato di giugno o la prima domenica di settembre, quando Piazza Grande diventa lo scenario della Giostra del Saracino, un torneo cavalleresco di origini medievali. Più frequente è l’appuntamento mensile che vede accendersi la stessa piazza, insieme a gran parte del centro storico, ogni primo week end del mese grazie alla Fiera antiquaria. Un vasto mercato di oggetti spesso sorprendenti in cui armarsi di pazienza e praticare la fine disciplina della trattativa: mercanteggiare il prezzo è un’arte per i "bancherellai" aretini e bisogna adeguarsi.
Chi da Siena prende la Cassia che porta verso Montalcino, Bagno Vignoni e la Val D’Orcia, al km 200 vede comparire come un miraggio la sagoma del borgo di Buonconvento. Dopo le colline con i cipressi solitari, le valli verdi, i casolari in pietra figli di un’architettura antica, non ci si aspetta di incontrare all’improvviso questo borgo sconosciuto a molti. Il visitatore attirato dalle mura di Buonconvento scopre che non poteva essere scelto nome migliore di “Bonus Conventus” luogo felice, fortunato. Immaginate l’effetto che faceva ad un viaggiatore del medioevo il blocco compatto delle mura del borgo. Vi si accedeva da due porte difese da robusti infissi in legno e serramenti in ferro: l’attuale Porta Senese sul lato nord verso Siena e Porta Romana distrutta nel 1944 dai tedeschi in ritirata. Varcata la soglia oggi come allora, l’incanto si dischiude davanti agli occhi. Si entra dalle due porte principali o da una di quelle laterali e si viene catapultati in un’atmosfera sospesa, da piccolo mondo antico. Pochi passi a piedi permettono di scoprire l’anima di Buonconvento: case in pietra, finestre e balconi fioriti, archi, bici appoggiate ai muri. Niente auto, solo i passi dei pochi residenti e o di qualche altro turista stupefatto arrivato fin qui per caso. Per quanto si possa girare ci si trova sempre a Via Soccini, il corso principale di Buonconvento: palazzi decorati, botteghe, tavoli all’aperto e un’atmosfera straordinariamente rilassata e amichevole.
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Buonconvento
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Chi da Siena prende la Cassia che porta verso Montalcino, Bagno Vignoni e la Val D’Orcia, al km 200 vede comparire come un miraggio la sagoma del borgo di Buonconvento. Dopo le colline con i cipressi solitari, le valli verdi, i casolari in pietra figli di un’architettura antica, non ci si aspetta di incontrare all’improvviso questo borgo sconosciuto a molti. Il visitatore attirato dalle mura di Buonconvento scopre che non poteva essere scelto nome migliore di “Bonus Conventus” luogo felice, fortunato. Immaginate l’effetto che faceva ad un viaggiatore del medioevo il blocco compatto delle mura del borgo. Vi si accedeva da due porte difese da robusti infissi in legno e serramenti in ferro: l’attuale Porta Senese sul lato nord verso Siena e Porta Romana distrutta nel 1944 dai tedeschi in ritirata. Varcata la soglia oggi come allora, l’incanto si dischiude davanti agli occhi. Si entra dalle due porte principali o da una di quelle laterali e si viene catapultati in un’atmosfera sospesa, da piccolo mondo antico. Pochi passi a piedi permettono di scoprire l’anima di Buonconvento: case in pietra, finestre e balconi fioriti, archi, bici appoggiate ai muri. Niente auto, solo i passi dei pochi residenti e o di qualche altro turista stupefatto arrivato fin qui per caso. Per quanto si possa girare ci si trova sempre a Via Soccini, il corso principale di Buonconvento: palazzi decorati, botteghe, tavoli all’aperto e un’atmosfera straordinariamente rilassata e amichevole.
Monte Oliveto Maggiore Questa splendida abbazia fu fondata nel 1319 da tre nobili senesi che decisero di abbandonare lussi e ricchezze per ritirarsi in solitudine e vivere secondo la regola benedettina. Bernardo Tolomei, Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini scelsero, come luogo della loro nuova vita, un’area denominata “Acona”, un’angolo delle Crete Senesi caratterizzato da imponenti e scenografici calanchi, dove, oggi come ieri, pace e tranquillità regnano sovrane. L’Abbazia è ancora oggi abitata dai monaci olivetani, ed è possibile visitare la meravigliosa chiesa, il grande chiostro con il celeberrimo ciclo affrescato con le storie di San Benedetto (XV-XVI secolo, iniziato da Luca Signorelli e portato a termine da Antonio Bazzi detto il Sodoma), la preziosa farmacia, la ricca biblioteca, il refettorio e un sorprendente, piccolo museo. All’interno di questo sono esposte alcune importanti opere d’arte, alcuni acquerelli del ‘700 con le vedute dell’Abbazia, ed anche una tela donata ai monaci dall’Artista Luigi Mussini, insegnante di Amos Cassioli. Durante alcune liturgie (Messa conventuale, Vespri, Compieta ed in parte alle Lodi), è possibile ascoltare gli antichi canti gregoriani, tradizionalmente attribuiti appunto a Papa S. Gregorio Magno (540-604) ancora in uso presso i monaci olivetani.
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Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
Monte Oliveto Maggiore
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Monte Oliveto Maggiore Questa splendida abbazia fu fondata nel 1319 da tre nobili senesi che decisero di abbandonare lussi e ricchezze per ritirarsi in solitudine e vivere secondo la regola benedettina. Bernardo Tolomei, Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini scelsero, come luogo della loro nuova vita, un’area denominata “Acona”, un’angolo delle Crete Senesi caratterizzato da imponenti e scenografici calanchi, dove, oggi come ieri, pace e tranquillità regnano sovrane. L’Abbazia è ancora oggi abitata dai monaci olivetani, ed è possibile visitare la meravigliosa chiesa, il grande chiostro con il celeberrimo ciclo affrescato con le storie di San Benedetto (XV-XVI secolo, iniziato da Luca Signorelli e portato a termine da Antonio Bazzi detto il Sodoma), la preziosa farmacia, la ricca biblioteca, il refettorio e un sorprendente, piccolo museo. All’interno di questo sono esposte alcune importanti opere d’arte, alcuni acquerelli del ‘700 con le vedute dell’Abbazia, ed anche una tela donata ai monaci dall’Artista Luigi Mussini, insegnante di Amos Cassioli. Durante alcune liturgie (Messa conventuale, Vespri, Compieta ed in parte alle Lodi), è possibile ascoltare gli antichi canti gregoriani, tradizionalmente attribuiti appunto a Papa S. Gregorio Magno (540-604) ancora in uso presso i monaci olivetani.
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Florence
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